AldoZ’s review published on Letterboxd:
Puntuale come sempre, arriva il nuovo film del mitico Woody, ed è, (quasi) come sempre, una lieta sorpresa e una ventata d'aria fresca. Nonostante l'età e una lista infinita di film il nostro Woody riesce ancora ad aggiungere nuovi tasselli della sua personale Visione Cinematografica, usando il suo stile inconfondibile e la sua grandissima passione per il Cinema (quello con la C maiuscola).
In questo "Rifkin's Festival" il messaggio di amore per il Cinema e l'impostazione "Alleniana" sono smaccatamente evidenti, per nulla nascosti: storia auto-biografica, metacinema, visita guidata ai luoghi che lui ama (San Sebastian e il suo festival), la fotografia del Maestro Storaro, un attore alter-ego (il bravissimo Wallace Shawn), ecc.
È un film per Cinefili, non è un film per tutti: le citazioni dei suoi amati Grandi Maestri Europei sono continue, con inserti di spezzoni rifatti di Truffaut, Godard, Fellini, Buñuel, Lelouch, Bergman (e un unico americano, il Welles di "Citizen Kane"). Devo dire (tristemente) che la maggior parte della gente che conosco pensa che Truffaut e Godard siano nomi di vini francesi, quindi le citazioni presenti in questo film andranno irrimediabilmente perse per gli spettatori casuali, quelli per cui un cinema è "un posto come un altro per ripararsi dalla pioggia" [S.Kubrick].
Questo è Woody Allen, questo è il Cinema. Prendere o lasciare.